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Meeting del 5 giugno 2003
Relatore: Dr. Carlo Fontana - Sovrintendente al Teatro alla Scala
Il Dr. Fontana ha iniziato la sua interessante e brillante relazione evidenziando come già dal lontano 1983 lo storico teatro fosse stato oggetto di problemi di agibilità e obsolescenza dell'apparato tecnologico e del palco.
La soluzione a questi problemi fu rinviata con provvedimenti "tampone" fino alla sua nomina; da quel momento iniziò una trattativa lunga e difficile con il Comune di Milano che nel 1991 provvedeva ad effettuare i primi lavori di recupero intervenendo sulla sala con soluzioni essenzialmente conservative (pulitura, recupero filologico).
Nel 1997 la Giunta Albertini decide di procedere in maniera più sostanziale, sorge però il problema di dove allocare la Scala durante i lavori che si preannunciavano lunghi.
Milano non aveva da offrire uno spazio adeguato per un palcoscenico che vede muoversi 390 operatori ad ogni rappresentazione, né la soluzione prospettata di andare ad operare sotto una tenda da circo fu presa in considerazione, perché non consona al prestigio del teatro.
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A sbloccare la situazione arrivò la provvidenziale offerta della Pirelli di Tronchetti Provera che portò alla costruzione del Teatro degli Arcimboldi, alla Biccocca.
I milanesi, abituati ad avere la Scala al centro di Milano reagirono male all'iniziativa, non volendo prendere atto che la Scala doveva essere chiusa.
Occorre tenere presente che la vita media di un palcoscenico è di cinquant'anni, mentre l'ultimo intervento su quello della Scala fu fatto nel 1936. Inoltre la famosa bomba caduta durante la guerra colpì la sala danneggiandone irrimediabilmente l'acustica.
I lavori quindi incominciarono nella ferma intenzione di recuperare il monumento al suo stato originario, utilizzando lo stato di necessità per costruire delle opportunità; in primo luogo aumentando sensibilmente il numero dei posti per rappresentazione, si passerà dagli ottanta spettacoli operistici attuali a centoventi nel giro di un triennio, per arrivare in linea teorica fino a centosessanta.
La Scala opererà poi come "sistema centrale integrato" con gli Arcimboldi, il Museo Teatrale a Palazzo Busca, il Cenacolo vinciano, l'Accademia delle Arti e dei Mestieri dello Spettacolo (scenografi, macchinisti, ballerini) con un raggio d'azione molto più ampio.
E' stata effettuata anche la trasformazione istituzionale da Ente Lirico (pubblico) a Ente Privato con benèfici effetti sul conto economico.
In definitiva il Teatro si rinnoverà aumentando gli standard di qualità che gli consentiranno di tornare presto ai livelli di eccellenza riconosciuti in tutto il mondo, senza più le interminabili file e appelli, con i loggionisti che avranno finalmente i posti a sedere, e con un sistema trasparente di prenotazioni effettuabili anche via bancomat o internet.
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